Agli ucraini le case confiscate alla mafia?

Agli ucraini le case confiscate alla mafia?

Agli ucraini le case, discorso complicato per una serie di motivi

La posizione dell’associazione Codici

Codici: giusto assegnare ai profughi ucraini i beni sequestrati alla mafia

Sono circa 60mila le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte finora in Italia. Lo dicono i dati forniti dal Ministero dell’Interno, aggiornati al 21 marzo scorso.

Un flusso continuo, di cui è difficile prevedere la durata. Quel che è certo è che bisogna organizzare una rete di accoglienza adeguata.

In questo senso, l’associazione Codici condivide e rilancia la decisione, annunciata nei giorni scorsi dal Viminale

Ospitare i profughi ucraini presso gli immobili confiscati alla criminalità organizzata da parte dello Stato.

“Riteniamo che sia una soluzione corretta – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e ci auguriamo che si vada fino in fondo, passando dalla teoria alla pratica.

Sappiamo che l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha eseguito un censimento per capire quanti beni possono essere assegnati ai profughi ucraini e l’auspicio è che la burocrazia non rallenti questa iniziativa.

Perché il dato che emerge è che non è ancora chiaro quali sono gli immobili già assegnati agli enti locali ma non ancora utilizzati e quali invece sono ancora da affidare.

Speriamo, quindi, che si proceda speditamente e che questa sia anche l’occasione per fare ordine proprio sui tempi di assegnazione di un bene confiscato.

Le attese, infatti, non sono sempre brevi, anzi.

È auspicabile che l’iter spedito che potrebbero seguire le assegnazioni di questi beni ai profughi ucraini venga poi replicato e adottato anche per le richieste avanzate ad esempio dalle cooperative”.

Il nostro commento:

La questione umanitaria è sempre prioritaria, è ovvio, ma è anche vero che noi italiani siamo perennemente in difficoltà per decenni di politica demagogica e inconcludente.

Una soluzione in tempi brevi è impossibile sia per i nostri che per altri: bene essere pragmatici e promettere quanto si possa mantenere.

Spingere per la pace e la trattativa deve essere l’unico obiettivo, ascoltando le ragioni di tutti.

Tanti ucraini sono accolti da loro parenti in Italia, per gli altri ad es. donne senza lavoro, bambini che devono andare a scuola, si dovranno far carico le vere associazioni di solidarietà.

Lo Stato promette e poi non mantiene per quanto detto sopra.

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