Tamponi, vergogna

Tamponi, vergogna per le ore di attesa in Lombardia

Tamponi, vergogna per le lungaggini e l’organizzazione inefficiente in Lombardia.

 Letizia Moratti, annuncia che entrerà in piena operatività alle dirette dipendenze della Direzione Generale Welfare una apposita squadra:
Peccato che il problema sia esploso oggi e an che nei giorni precedenti, stessi disservizi. La scelta di non rendere obbligatori i vaccini, nonostante i tanti interrogativi a loro legati, sta pesando.

Tamponi, vergogna per le scelte tardive

Le persone che consce dei pericoli che corrono e non vogliono far rischiare i famigliari, volenti o nolenti, stanno facendo i tamponi.

Alcuni per scelta obbligata legata al lavoro, altri per scelta (saggia) di non far rischiare altri: amici e famigliari con cui intrattenersi nel Santo Natale.

La ” task force “, già suona male è uno dei cronici strumenti emergenziali di cui non vorremmo piu’ sentir parlare: la pandemia prosegue e occorre investire sulla sanità, anzi nella prevenzione di cui nessuno parla.

Le regioni proseguono in ordine sparso con provvedimenti non coordinati, spinti dall’emotività e dai mille pareri dei virologi ( nel caso migliore) e da commentatori pagati dal servizio pubblico, pareri che valgono poco.

Le emergenze si affrontano organizzati.

La pandemia non finisce domani, ma le varianti sono meno pericolose a detta degli esperti, per cui è giusto mantenere la guardia alta, come ?

L’emergenza da sanitaria sta diventando economica e psicologica; economica per il modo illogico e irrazionale con chiusure e aperture ” a occhio”.

Chi lavora ad es. ristoratori, operatori turistici, taxi-ncc, palestre e mondo del divertimento ( ma non solo) devono rispondere a regole certe per poter programmare gli investimenti e il personale di supporto.

In questo modo si “naviga a vista”, con soluzioni “tampone” come il tampone; ne usciamo col vaccino ( non è sicuro) ma comunque si renda obbligatorio e poi si potrà sapere e verificare sul campo.

Governare, col governo dei ” migliori” , o meglio di tutto un po’, significa non assumersi le responsabilità che servono con un piano lungimirante: ad es. nei ristoranti si stavano mettendo i plexiglass e coi purificatori dell’aria si potrebbero evitare contingentamenti assurdi.

E gli assembramenti? Se sono tanti i contagi, che poi non vuol dire morire per forza, se non si hanno malattie gravi, mettere le mascherine all’aperto serve?

Basterebbe usare le mascherine in caso di contatti con la folla, non per la passeggiata col cane!

Vecchi e nuovi errori che minano la credibilità della classe politica nel suo insieme e mettono a repentaglio occupazione e aziende, per es. con gli aumenti delle bollette.

Servono riforme serie che il “sistema” non fa per la ricerca del clientelismo dei voti “comprati” con misure inefficaci e dispendiose ( reddito cittadinanza): i cittadini si aiutano col lavoro non con “regalie”.

Auguri e speriamo in bene, agendo

GIUSEPPE CRISEO

Presidente

CASA DEGLI ITALIANI

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