Si tratta del filone di una nostra inchiesta sulla sofferenza di tanti appartenenti oppure ex , alle Forze dell’Ordine, che hanno fatto segnalazioni e denunce inopportune secondo i loro superiori e da cui e’ derivato un percorso di ostracismo e “ghettizzazione”. In tanti casi la Magistratura ha dato loro ragione, in altri il percorso giudiziario e’ ancora in corso, faticoso e costoso. Il caso più eclatante da cui e’ partita la nostra “indagine” e’ quello di Calabrò in Liguria che ci ha svelato un mondo particolare, in cui si e’ visto un accanimento verso militari che hanno sempre creduto nello Stato e tuttora ci credono e per quello li difendiamo, ma attendono giustizia e si sentono traditi e abbandonati dalle Istituzioni. E’ questo che ci spinge a divulgarli per aiutarli ad avere giustizia, superando incomprensioni ma anche arroganza di chi dovrebbe rappresentare la legge, ma non e’ la legge.
Segue il caso di Galizia di Messina.
Nel corso dell’esposizione dei fatti, si ritiene opportuno precisare, che il signor Galizia Emanuele Corrado ex appartenente alle Forze di Polizia, avendo avuto i requisiti per ottenere la licenza dalla Prefettura di Messina, prevista per la gestione di un istituto di Vigilanza Privata denominato “Corio Antonino Il Detective S.r.l.”, a suo tempo fondato dal signor Corio Antonino, fiore all’occhiello per la città di Messina, nell’Agosto del 2007 accettava di fare parte di detta società nella veste di titolare della licenza di Polizia e di Presidente del C.d.a. di cui componenti erano le socie sorelle Corio Daniela, Cristina e Natala.
Sin dai primi giorni di gestione però, il signor Galizia, si accorgeva che l’attività di alcuni personaggi che si erano avvicendati dopo la morte del titolare Signor Corio Antonino e successivamente della di lui moglie Privitera Antonina, nella gestione societaria risultava assai poco trasparente, per quanto atteneva i rapporti con gli Enti Pubblici, in particolare l’Università di Messina e anche per un ingente ammanco di cassa di oltre due milioni di Euro.
A questo punto il signor Galizia Emanuele Corrado, faceva presente alle socie che lo sostenevano che per tali motivi non era disposto ad andare avanti nella gestione di una società il cui operato era stato poco trasparente.
Nel contesto al signor Galizia dai soci predetti veniva risposto che anche loro erano d’accordo sul fatto che non vi era stata una buona gestione della società, ma che per tale motivo si erano rivolti alla Procura Della Repubblica di Messina, denunciando il tutto e tutti al Sostituto Procuratore Dr. Antonino Nastasi che aveva aperto una inchiesta per quanto riguardava gli appalti con l’Università di Messina e soprattutto per le connivenze di alcuni impiegati, tra le quali la moglie del Rettore allora in carica, con il signor Savasta Vincenzo, colui che da semplice impiegato della società “IL DETECTIVE” era riuscito a divenire socio anche se al 5% e di fatto come poi si era evidenziato dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza su delega del Dr. Nastasi colui che gestiva a tutti gli effetti la società a suo piacimento, addirittura incassando fatture per servizi di vigilanza prestati presso l’università di Messina direttamente sul suo conto corrente personale cointestato con la di lui moglie
A questo punto il signor Galizia preso atto di tale denuncia, e iniziando un rapporto coollabborativo con il personale della guardia di finanza di fiducia del Dr. Nastasi, decideva di restare al suo posto fiducioso che di li a poco tempo si sarebbe chiuso un capitolo scuro sulla gestione della società per aprirne uno nuovo all’insegna della operatività e della trasparenza.
In merito sia il signor Galizia che la signora Corio Daniela, oltre a diffidare il Savasta Vincenzo, a dare conto circa l’ammanco di cassa di oltre due milioni di euro, non avuta risposta provvedevano a denunciarlo presso la Procura della Repubblica di Messina, analoghe denunce sporgevano, su qualsiasi cosa di irregolare si apprendeva circa la gestione societaria, ivi compreso un blocco notes rinvenuto tra le cose della signora Privitera Antonina, dove di proprio pugno annotava tutte le somme di denaro elargite ai funzionari pubblici dell’università, ivi comprese costose regalie presso gioellerie e negozi di abbigliamento di Messina.
Ma cosi non era stato, in quanto giungeva notizia inaspettata circa il trasferimento del Dr. Nastasi ad altra sede, e addirittura uscivano fuori numerosi articoli pubblicati da un giornale online di Genova, che adducevano tale trasferimento del predetto Magistrato, quale allontanamento per avere osato fare alcune indagini di spessore nei confronti di personaggi in odore di massoneria e per ultimo nei confronti della moglie del Rettore in carica per quanto atteneva gli interessi negli appalti in essere alla società il Detective per i servizi di viilanza prestati nelle sedi universitarie.
La situazione si aggravava ancora di più, dal momento che il Luogotenente della Guardia di Finanza Smedile Giuseppe, che aveva condotto personalmente tutte le indagini, sotto le direttive del Dott. Nastasi, non poteva continuare la sua attività per una grave malattia che tutt’ora stava cercando di combattere, tanto da non poter presenziare neppure alle udienze dibattimentali nei vari processi, con grave danno per quanto riguardava l’esposizione dei fatti investigativi, e però con grande vantaggio per la controparte.
Dal momento che vevivano a mancare i fulcri dell’indagine e cioè il Dr. Antonino Nastasi e il Luogotenente Smedile Giuseppe, la situazione si capovolgeva e per coloro che sino a quel momento avevano fornito una continua collaborazione alla A.G. diveniva un vero e proprio calvario, in quanto venivano fatti oggetto di falsità da parte di coloro che al contrario altro non avevano fatto, sotto gli occhi dell’autorità stessa e malgrado le importanti indagini che sino a quel momento aveva svolto il Dr. Nastasi, di appropriarsi indebitamente della società, con l’unico scopo di svuotarla di ogni liquidità e di fare transitare tutti gli importanti appalti in essere alla K.S.M. di Palermo e quindi ridurla al fallimento totale, così come dimostravano ampiamente le indagini della Guardia di Finanza.
Per come ampiamente esposto nelle varie denunce presentate alla Procura Della Repubblica circa i fatti relativi alla gestione della società di vigilanza, in relazione a tutte le diatribe insorte di natura penale e civile nel corso della gestione della medesima, a partire dall’anno 2007 ad oggi, che venivano rappresentati in maniera organica, al fine di meglio lumeggiare quanto realmente accaduto e meglio fare emergere le effettive responsabilità dei singoli soggetti, nel tempo della mala gestio della stessa, a causa della quale era stata ridotta sino alla grave crisi economica che ne determinava l’attuale fallimento, ancora per ultimo il signor Galizia Emanuele Corrado e la signora Corio Daniela sporgevano nel Marzo del 2017 altra corposa denuncia di cui sino ad oggi non avevano ancora avuto alcuna risposta, come tutte le altre.
Per come qui di seguito verrà riscontrato, non si poteva escludere, che senza alcuna ombra di dubbio, il fallimento della società, era stata pianificato e posto in essere da personaggi, d’accordo fra di loro, con la complicità di parte di soci, che ne avevano sostenuto l’operato e permessone l’estrinsecazione ai danni della società medesima, degli altri soci del signor Galizia Emanuele Corrado e della signora Corio Daniela e di tutti i lavoratori che perdevano il proprio posto di lavoro.
In particolare, la società dal 24 Ottobre 2007 al 29 giugno 2010 era stata amministrata dal sig. Salvatore Formisano (a prescindere dalla liceità del quorum societario rappresentato nella sua nomina del tutto falsa, come qui di seguito si riferirà) sostenuto dai soci Vincenzo Savasta (5%), Antonina Corio (22,50%, e della Natalia Corio (22,50), che ignara, aveva ritenuto riporre la propria fiducia a detti personaggi, che a suo dire, la avevano indotto in errore, e quindi non consapevole che gli stessi, non avevano mai avuto la maggioranza necessaria (51%) per entrare nella gestione societaria a discapito del precedente C.d.a. presieduto dal signor Galizia Emanuele Corrado e di cui faceva parte la socia Corio Daniela , e non consapevole che detta maggioranza era stata raggiunta in modo fraudolento, come qui di seguito meglio si dimostrerà.
In questo preciso triennio di gestione ed amministrazione, il FORMISANO Salvatore, (Generale Della Guardia di Finanza in pensione) che indebitamente, si era insediato alla guida della società medesima, sostituendosi, a chi invece la voleva in tutti i modi trarla in salvo, era sostenuto dai medesimi personaggi, che già in passato avevano lucrato sulla società, sin dalla morte del suo fondatore signor Corio Antonino e cioè la socia Corio Antonina e il socio Savasta Vincenzo, con la collaborazione di personaggi quali la signora Russo Mariella ( sorellastra del signor Corio Antonino), impiegata amministrativa, significando che il conto corrente personale della stessa, veniva indicato dalla Guardia di Finanza che indagava per associazione per delinquere quale “ collettore del gruppo in argomento” e ancora il signor Privitera Salvatore, guardia giurata (fratello della signora Privitera Antonina) e il tutto con la fattiva collaborazione dell’avvocato Antonino Lo Giudice.
L’operato del FORMISANO Salvatore e del suo c.d.a., comunque, aveva sicuramente rappresentato una vera e propria continuazione, della cattiva gestione del passato, con l’aggravante di avere i personaggi in questione, uno spessore tale, da riuscire a fare ricadere tutte le colpe, di mala gestio, nei confronti del signor Galizia Emanuele Corrado e della signora Corio Daniela, in soli tre mesi di gestione dal 13 Agosto del 2007 al 24 Ottobre del 2007, essendo stato, in quel periodo il signor Galizia Emanuele Corrado, Presidente del C.di A. e rappresententante legale della società e nei confronti della signora Daniela Corio, socia, nonché componente del C.d.a. e Direttore Generale con pieni poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, e per ultimo nei confronti della socia Corio Natala, rea di essersi accorta di essere stata raggirata dal gruppo facente capo al periodo di amministrazione del Formisano, tanto da prendere le distanze dai medesimi, dimettendosi dal Consiglio di Amministrazione e denunciandoli tutti alla Procura Della Repubblica.
L’illecito insediamento del FORMISANO Salvatore e dei componenti il suo C.d.a., non solo aveva escluso,da qualsiasi attività gli aventi diritto (il signor Galizia Emanuele Corrado e la signora Corio Daniela), ma anche le loro ripetute richieste di diritto attraverso numerosi atti prodotti alla Procura Della Repubblica di Messina (in particolare denunce di carattere penale e civile), al fine di trarre in salvo la società, erano purtroppo rimaste costantemente inevase, motivo per il quale si era concretizzata qualsiasi impossibilità di controllo dell’operato di mala gestio dei predetti amministratori, e quindi il proliferarsi di un operato illecito, tendente soprattutto alla perdita di numerose committenze pubbliche e private, già aggiudicate dalla “ Corio Antonino Il Detective S.r.l.” in favore di altra società concorrente la K.S.M. S.p.a. della famiglia Basile di Palermo, nella quale i soggetti più rappresentativi, si erano nel contempo fittizziamente “ accasati” ed oggi, come se nulla fosse, lo sono ufficialmente, vedi il Savasta Vincenzo, attuale Dirigente della K.S.M.(malgrado ancora socio del Detective) come pure l’avvocato Antonino Lo Giudice, attuale legale di detta società, e alcune Guardie Particolari Giurate, fedelissime dei predetti, che si sono sistemate alla predetta società K.S.M, alla faccia di tutti gli altri colleghi rimasti senza lavoro.
Sempre nei tre lunghi anni di illecita gestione del sopracitato FORMISANO Salvatore e del suo C.d.a., la società, putroppo era stata privata del suo patrimonio in termini economici e di risorse umane e il tutto aveva posto la stessa società in una situazione alquanto disastrosa.
Dal Giugno del 2010, allorquando il signor Galizia Emanuele Corrado rientrava, nella gestione della società, sempre nella qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione e di di titolare della licenza di Polizia, unitamente alle socie Corio Daniela e Corio Natala, che facevano parte del Consiglio di amministrazione, si era fatto tutto il possibile, per salvare l’azienda, il patrimonio racchiuso in essa e i posti di lavoro dei dipendenti.
Il tutto però, era stato reso particolarmente difficile da una persecuzione del genere sto/kinginiziata dal predetto FORMISANO Salvatore e dai suoi sostenitori in danno dei sottoscritti e per ultimo della Corio Natala, i quali paradossalmente, oggi sono chiamati a rispondere di inadempienze ed illeciti posti in essere solo ed esclusivamente dai predetti personaggi.
Gli stessi, erano riusciti a questo, attraverso una “ falsa rappresentazione” dei fatti, realmente accaduti, tra l’altro come veniva ampiamente riscontrato dalla Guardia di Finanza, attraverso numerose informative di attività di indagine, esperite su delega della Procura Della Repubblica di Messina, e come era emerso da una indagine condotta da un P.M. che proprio per gli illeciti denunciati dalla socia Corio Natala, ne aveva chiesto il rinvio a giudizio, cosa che non avveniva, in quanto gli avvocati difensori, in sede di udienza riuscivano a fare risaltare un presunto errore nella presentazione della querela, tanto che venivano per tale motivo tutti prosciolti.
In tale udienza il signor Galizia Emanuele Corrado e la signora Corio Daniela, venivano citati quale parte lesa, mentre la Corio Natale con la doppia veste di indagata e di parte lesa.
Purtroppo, la società, che doveva essere rappresentata dal curatore fallimentare avvocato Filippo Distefano, nel frattempo nominato dalla curatela, non veniva tutelata, nel senso che decideva di non costituirsi i giudizio nei confronti dei predetti, cosa tra l’altro consueta per come aveva sempre fatto, tanto che nei confronti dello stesso nell’ultima denuncia presentata vi era un corposo capitolo sull’operato dello stesso che non appariva alquanto giusto, ma chiaramente schierato, dalla controparte.
Anche se c’era stato tale difetto di querela, comunque un magistrato aveva accertato dei reati che sicuramente avevano danneggiato la società, il signor Galizia Emanuele Corrado, la signora Corio Daniela e infine anche la signora Corio Natala, come detto citati quali parti lese.
Purtroppo dopo il trasferimento del Dr. Nastasi il signor Galizia Emanuele Corrado e la Corio Daniela, stavano subendo un vera e propria inopinata persecuzione, attraverso alcuni procedimenti a loro carico instauratisi presso il Tribunale penale e civile di della Procura Della Repubblica, promossi da personaggi, ben associati tra di loro, che altro non avevano avuto, che l’unico fine di lucrare sulla gestione societaria in argomento e porre in essere azioni tali da indurre in errore l’Autorità Giudiziaria, specie nei procedimenti civili.
Non a caso, stiamo parlando degli stessi personaggi, che dalle informative di reato della Guardia di Finanza delegata alle indagini, dal Luogotentente della Guardia di Finanza Giuseppe Smedile, erano state definite, persone di “ uno spessore tale da indurre in errore il Prefetto di Messina, attraverso la presentazione di documentazione falsa, da pilotare i processi civili in proprio favore, attraverso documentazione falsa e l’utilizzo di testimoni falsi, nonche infine di pilotare la stampa locale per screditare le persone a loro avverse e cioè i sottoscritti e chiunque si poneva contro di essi.
In relazione a quanto in premessa, negli anni, il sottoscritti, stavano subendo tutta una serie di ingiustificati procedimenti sia penali che civili, per accuse relative a fatti inesistenti, per i quali, comunque, almeno nel penale, avendo avuto quantomeno la possibilità di difendersi, grazie anche, a legali di fiducia “corretti” nel svolgere la loro attività professionale, sino ad adesso si erano difesi, con assoluzioniu motivate “ che il fatto non sussisteva”, per almenno 14 procedimenti penali, ma quanti ne debbono subire ancora e tutti dello stesso genere e al contrario invece avere la giusta e agoniata giustizia.
La stessa cosa, non si poteva dire per i procedimenti civili, per i stessi fatti per i quali sono stati assolti con formula piena nel penale, ove il signor Galizia e la signora Corio Daniela, venivano privati di qualsiasi diritto alla difesa, per essersi imbattuti in un legale che risponde all’avvocato Ernesto Fiorillo del Foro di Messina, che si rendeva responsabile di “infedele difesa”, di un consulente di parte che risponde al nome del Dr. Commercialista Spicuglia Giuseppe, nominato dallo stesso avvocato Fiorillo, i quali inopinatamente e inspiegabilmente, all’insaputa dei predetti :
– non presenziavano alle varie udienze civili;
– non presentavano relazioni tecniche e memorie a difesa nei termini di legge;
– non si preoccupavano di fare ascoltare testimoni importanti a discapito dei loro assistiti;
– non avvisavano gli interessati delle udienze, almeno per avere la possibilità di nominare altri difensori;
Ciò aveva comporato di avere ricevuto contro, sentenze civili gravissime, malgrado originate falsamente da persone che non avevano nessuna legalità per proporre alcuna azione di responsabilità e che comunque si era giunti a tale sentenze negative, solo per il fatto di avere avuto negata la possibilità di produrre documentazione a difesa, come contrariamente era avvenuto per i medesimi fatti nel penale.
Ancora altri professionisti, quali consulenti del Tribunale Civile e penale di Messina, stranamente, non si accorgevano di atti falsi che la controparte produceva, soprattutto la delibera assembleare del 10.12.2007 dove addirittura i partecipanti a tale assemblea si attestavano quote di maggioranza tali, che sommate a quelle delle socie opponenti si giungeva paradossalmente al 127% delle quote sociali.
Per quanto riguardava la citata delibera del 10.12.2007, accadeva che i soci opponenti, c Corio Antonina e Savasta Vincenzo, al fine di scalzare il C.D.A. regolarmente in carica, del signor Galizia Emanuele, convincevano la socia Corio Natala, a transitare nelle loro file, e pertanto tentavano l’accaparramento della gestione societaria attraverso una prima delibera assembleare del 24.10.20e altra analoga del 19,11.2007.
Le delibere in argomento naturalmente erano oggetto di opposizione, sia in sede civile che penale, significando che l’utilizzo delle stesse e la falsificazione delle quote societarie effettivamente detenute, non poteva inquadrarsi come un mero errore di trascrizione, ma bensì tutto programmato, al fine di ottenere la maggioranza necessaria, per appropriarsi della gestione societaria.
Tanto è vero che la socia CORIO Daniela, non appena si accorgeva e riscontrava, le attestazioni di falso, da parte dei soci, o suoi rappresentanti, per quanto atteneva le effettive quote detenute dai soci presenti e rappresentati, nelle predette delibere del 24 denuncia, presso la Procura Della Repubblica di Messina, in data 12.06.2009, per i reati di falso in atti e di appropriazione indebita della quota societaria intestata alla defunta signora Privitera Antonina, mai legalizzata e mai andata in successione e quindi inutilizzabile da alcuno
Della predetta denuncia, a distanza di tanti anni, come tantissime altre, ancora oggi, si sconosce l’esito,malgrado si dimostrava chiaramente, che il FORMISANO Salvatore e i componenti il suo Consiglio di Amministrazione, erano subentrati inopinatamente nella gestione societaria e stavano operando, senza la prevista maggioranza.
A proposito di legittimazione del C.D.A. del FORMISANO Salvatore, in tal senso, vogliamo esporre, qui di seguito, dettagliatamente, e in maniera inconfutabile, come lo stesso, e i componenti il suo C.d.a., per tutto il periodo di loro gestione abbiano agito, senza alcuna legittimazione.
A seguito del successivo subentro nella gestione della società, come sopra detto dei signori Corio Daniela e Galizia Emanuele, per il secondo periodo a far data dal 09 Luglio 2010, agli atti della società, si rinveniva il verbale di assemblea dei soci del 10/12/2007,riferibile alla uscente amministrazione, alquanto contestabile, ancora più falso dei primi due (del 24.10.2007 e del 19.11.2007), per le attestazioni in esso contenute, circa le effettive quote societarie detenute dai soci rappresentati in quel verbale, e anche perché era stata inopinatamente rappresentata in tale verbale la socia Coria Natala, che nel frattempo si era dimessa dal predetto C.d.a., in quanto si era accorta di essere stata raggirata, tanto da sporgere denuncia in merito presso la Procura Della Repubblica di Messina.
Alla predetta assemblea del 10.12.2007 erano presenti:
- FORMISANO Salvatore, che ne assumeva la Presidenza, nella qualità di Presidente Del Consiglio di Amministrazione, mentre le funzioni di segretario venivano conferite all’avvocato Antonino Lo Giudice.
- Lo stesso avvocato Antonino LO GIUDICE, in rappresentanza della socia CORIO Antonina, si attestava titolare del 23,75% del capitale sociale.
Non rispone al vero, in quanto. la quota effettivamente detenuta dalla socia CORIO Antonina, è pari al 22,5% dell’intero capitale sociale della società, e non al 23,75%.
- L’avvocato RISO Lucrezia, in rappresentanza della socia Corio Natala, titolare del 23,75% del capitale sociale.
Non risponde al vero, per il fatto che , la quota societaria effettivamente detenuta dalla socia, CORIO Natala, è pari al 22,5%, e non 23,75%.
Ma ancora di più, per il fatto che la stessa socia, Natala CORIO, asseriva, di non avere avuto, mai contezza della delibera assembleare in argomento, e tantomeno di non avere mai delegato, la predetta, RISO Lucrezia, che addirittura non conosceva fisicamente.
- Il dr., CAPILLO Giovanni, in rappresentanza del socio SAVASTA Vincenzo, detentore di una quota societaria pari al 23,75% del capitale sociale.
- Non risulta “assolutamente”, al vero, dal momento in cui il predetto SAVASTA Vincenzo, era detentore, solo di una quota sociale pari al 5%, e non del 23,75%.
Col predetto verbale, i convenuti, tra le altre cose deliberavano:
- La ratifica delle precedenti delibere del 24/10/2007, del 19/11/2007;
- la conferma alla nomina del consiglio di Amministrazione, nelle persone del FORMISANO Salvatore, quale Presidente del C.d.a., con tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, della socia CORIO Natala, quale componente del C.d.a., e della socia CORIO Antonina, quale componente del C.d.a.;
- il mandato al Presidente del C.d.a. per l’impugnazione dell’atto d’affitto dell’azienda, e la deliberata azione di responsabilità nei confronti dei revocati amministratori, tra i quali il signor Galizia Emanuele Corrado, la signora Corio Daniela, la signora Corio Cristina e Cacace Federica.
Appare, alquanto evidente, che nella circostanza, è stata attestata una maggioranza inesistente, per un totale di quote sociali pari al 71,15 dell’intero capitale sociale, mentre a voler dar fede, a quanto riferito e denunciato alla A.G., dalla socia Corio Natala, l’effettiva rappresentanza delle quote societarie, in detta delibera è stata quella del 21% .
Per quanto sin qui riferito, si aveva motivo di ritenere,senza ombra di dubbio alcuno, che l’utilizzo inopinato di tale verbale di assemblea, è stato pregiudizievole, nel tempo, in danno degli aventi diritto e soprattutto della società.
L’effettiva ripartizione delle quote societarie della “Corio Antonino Il detective S.r.l.”, dal 20 Marzo 2007, data in cui, è stata trasformata da “S.a.s.” a “S.r.l.”, non è mai mutata, ed era facilmente riscontrabile dalla lettura, della visura camerale storica dell’azienda.
Non si poteva non escludere, che tale verbale di assemblea, attestante una congrua maggioranza, non veritiera, abbia “influenzato”, è indotto in errore, un magistrato giudicante del Tribunale Civile di Messina, per come qui di seguito meglio si spiegherà.
Nell’anno 2007, come sopra detto, allorquando nella gestione della società, da qualche mese, erano subentrati il signor Galizia e i componenti il suo C.d.a., i soci dissenzienti, in quel periodo, avevano tentato, a sua volta, di scalzare gli aventi diritto, attraverso una prima delibera del 24/10/2007, e altra del 19/11/2007, alle quali, si opponevano , e la cui valutazione era al vaglio del Giudice Comiso D’ARRIGO del Tribunale Civile di Messina.
Nel frattempo, il predetto verbale di delibera assembleare del 10/12/2007, veniva, dal FORMISANO Salvatore, depositato, nel giudizio in corso, allo stesso Giudice Cosimo D’Arrigo, all’insaputa di tutti, e senza che veniva depositato e registrato presso la Camera di Commercio, cosa che avveniva solo dopo qualche mese, ma certamente, non a caso.
Infatti, alla luce di tale ultima delibera, Il Giudice D’ARRIGO, evidentemente indotto in errore, in data 31/01/2008, emetteva una sentenza, con la quale dava ragione agli opponenti, in ordine alle prime due delibere del 24/10/2007 e del 19/11/2007, e le dichiara nulle, ma contestualmente le ratificava, attraverso la predetta terza delibera del 10/12/2007, ritenendola valida, anche perché, tra le altre cose, rappresentata da una congrua maggioranza dei soci.
Dobbiamo fare una breve precisazione in merito, nel senso che, in quel periodo, gli opponenti e cioè il signor Galizia e la signora Corio Daniela, avevano corrisposto piena fiducia, al legale dell’azienda avv. Andrea LO CASTRO, e pertanto non erano assolutamente a conoscenza del contenuto di tale ultima delibera,(del 10.12.2007) come pure del fatto che i soci, si attestavano quote societarie superiori a quelle effettivamente detenute, per cui, si accorgevano di non essere stati rappresentati legalmente, nel dovuto modo, ma al contrario il predetto legale, per non dire altro, aveva certamente dimostrato scarsa professionalità, in quanto, non poteva non avvedersi, di quanto sopra esposto.
Naturalmente, i personaggi in argomento, erano stati “furbi” nell’ utilizzare tale delibera “ del tutto falsa”, solo per una volta, nel giudizio del giudice Cosimo D’ARRIGO, dopodiché, l’avevano tolta dalla circolazione, utilizzando poi, quella ratificata del 24 Ottobre del 2007.
In relazione alla predetta delibera del 10/12/2007, la socia, signora CORIO Natala, in data 04/09/2010, aveva sporto denuncia-querela, presso la Procura della Repubblica di Messina, assumendo, tra le altre cose che:
- “conseguentemente ai controlli interni, dopo l’insediamento del nuovo c.d.a., diretti a valutare ed analizzare, l’operato dei soggetti che hanno ufficialmente ed ufficiosamente gestito la società, la sottoscritta ha scoperto di essere stata vittima di artifizi e raggiri”;
- “si evidenzia, invero, che il C.d.a., che ha amministrato la società a far data del 24/10/2007 e sino alla data del 28/06/2010, di cui la scrivente faceva parte e dal quale oltre un anno fa, per motivi già esposti in un precedente atto di denuncia-querela depositata presso codesta Procura Della Repubblica si era dimessa, ha tratto il diritto e il dovere di “gestire” la predetta società da un atto, ovvero il verbale assembleare addì 10.12.2007, il quale risulta inficiato da una duplice falsità, da una parte la sottoscritta, non ha mai delegato l’avvocato Lucrezia Riso al fine di rappresentarla nella sopra indicata assemblea, della quale sino alla data odierna ne sconosceva l’esistenza, dall’altra nel medesimo verbale si attesta una maggioranza del tutto sconsiderata, laddove il signor SAVASTA Vincenzo risulta essere proprietario di una quota pari al 5% del capitale sociale e non pari al 23,75%;”
- “ma vi è di più. Codesto falso verbale assembleare è stato utilizzato al fine di “gabbare” persino un Magistrato Giudicante presso il Tribunale di Messina, ovvero il Dott. Cosimo D’Arrigo, il quale in data 3.01.2008 e sulla scorta del predetto verbale, così come da motivazione, ha dichiarato la cessazione della materia del contendere in relazione all’impugnazione di alcune delibere assembleari posta in essere dalle Sig.re Corio Daniela e Cristina, socie con una quota rispettivamente pari al 22,505 del capitale sociale, dando praticamente avvio ad una sistematica distruzione della compagine sociale che oggi si trova sul baratro del fallimento”
- “premesso quanto sopra, sporgo formale denuncia-querela, nei confronti dei Sig.ri RISO Lucrezia e FORMISANO Salvatore, chiedondone la punizione per i reati di cui agli artt.374,374 bis, 482,483,485,640 c.p.e/o per gli altri che la S.V. dovesse ravvisare”
Naturalmente la Procura della Repubblica di Messina, non poteva non riscontrare le responsabilità di falso in atti ed altro, nei confronti dei responsabili, basti pensare che:
- il FORMISANO Salvatore, si sarebbe insediato inopinatamente, alla guida della società, unitamente ai componenti il suo consiglio di amministrazione, provocando la quasi completa distruzione della medesima, per la sua riscontrata cattiva gestione, durante tutto il periodo di sua gestione a partire dal 24 Ottobre del 2007 al 29 Giugno del 2010;
- il signor Galizia Emanuele Corrado e tutto il suo c.d.a., sarebbero stati oggetto di ingiusti procedimenti civili e penali, promossi dal FORMISANO Salvatore, malgrado privo di ogni legittimazione, che avevano provocato, ingenti danni, morali ed economici;
- la signora CORIO Daniela e la propria famiglia, per causa e per effetto di tali procedimenti, era stata oggetto di pignoramenti di beni immobili e addirittura delle stesse quote societarie;
- sarebbe stata indotta in errore, la Procura Della Repubblica di Messina, che oltre a consentire al FORMISANO Salvatore, e al suo Consiglio di Amministrazione, di insediarsi arbitrariamente, nella gestione della società, avrebbe concesso allo stesso, il sequestro dell’azienda, addirittura nominandolo custode giudiziario, e successivamente dissequestrandola, in suo favore;
- sarebbe stato indotto in errore il signor PREFETTO e il signor Questore di allora, per quanto attiene, la revoca del titolo di Polizia al signor Galizia Emanuele Corrado, in favore dello stesso FORMISANO Salvatore;
- così come pure, le Banche ,sulle quali ha operato la società;
- gli Enti Pubblici appaltanti, e quant’altro, in relazione a tutto il periodo di gestione dei predetti.
Tra l’altro, le motivazioni, per le quali, la socia CORIO Natala, ebbe a dissociarsi, dimettendosi dal Consiglio di Amministrazione, allora presieduto dal FORMISANO, danno valenza a quanto da sempre asserito e denunciato dal signor Galizia Emanuele, per quanto atteneva l’operato del FORMISANO Salvatore e del suo Consiglio di Amministrazione, nella disastrosa gestione della società.
La stessa CORIO Natala, pur avendo operato, in qualità di appartenente del Consiglio di Amministrazione della società, unitamente agli stessi, aveva riconosciuto le proprie responsabilità, in tutte le sedi civili e penali, avendo operato senza la necessaria maggioranza prevista.
Malgrado ciò, la stessa, aveva inteso rientrare, nei canoni di legalità, dopo aver preso le dovute distanze dall’amministrazione del FORMISANO Salvatore, asserendo di essere stata, indotta in errore dai predetti e sopratutto perché contemporaneamente, aveva avuto modo di avere seri dubbi, sulla trasparenza nella gestione della società, da parte dello stesso FORMISANO Salvatore, e degli altri, tanto da farle venire meno la fiducia a sua tempo riposta.
Infine, in data 09/12/2009, la medesima Corio Natala, sporgeva denuncia querela alla Procura Della Repubblica di Messina, nei confronti di FORMISANO Salvatore, SAVASTA Vincenzo, CORIO Antonina, avv. Antonino LO GIUDICE e Avv. Danilo ALBANESE, per reati previsti e puniti dal c.p. dagli artt.334,335,374 bis,392,393, 635 bis, 416,485,490,610,612,640,642,646,656 e 2621,2622,2625,2627,2629,2630,2631,2634,2635,2636 c.c. ,assumendo tra le altre cose che:
- “la scrivente da qualche mese, si è dissociata, dimettendosi con effetto irrevocabile ed immediato dal Consiglio di Amministrazione, dalla disastrosa e poco trasparente gestione della società “Corio Antonino Il Detective S.r.l.”, perpetrata da oggetti senza scrupoli, il cui unico scopo era ed è quello di distruggere la predetta società e nel contempo di “accaparrare” tutto quanto sia possibile”
- “la sottoscritta ha recentemente scoperto a seguito dell’invio presso la propria residenza tramite il servizio postale, sulle sue pressanti e numerose richieste,da parte del Signor Salvatore FORMISANO, attuale presidente del C.d.a. e legale rappresentante, che si attestava la presenza della maggioranza, che solo oggi ho appreso non essere tale già ab initio (una quota societaria pari al 5% del capitale sociale risulta a tutt’oggi di proprietà della defunta sig.ra PRIVITERA Antonina, madre della comparente), dei soci e venivano prese, si ribadisce senza il dovuto e necessario quorum, decisioni cruciali in relazione al futuro della società, decisioni che dopo due anni di disastrosa gestione hanno condotto la stessa, da solida e florida che fu, oggi sull’orlo del fallimento;”
- “invero il cC.d.a., insediatosi a far data più o meno dal suddetto periodo e del quale fino a poco tempo fa la scrivente faceva parte, non solo non è riuscito ad incrementare il numero di appalti, ma addirittura a mantenere gli stessi già in essere tanto da condurre la società sul baratro, si ribadisce, del fallimento con una serie di azioni ed omissioni preordinate al solo fine di lucrare sugli antichi fasti che furono;”
- “ la scrivente è stata persino indotta in modo fraudolento, attraverso artifizi e raggiri a intentare causa, all’epoca la stessa era parte integrante dell’attuale C.d.a., o meglio del presunto legittimo C.d.a., contro i Sig.ri GALIZIA Emanuele Corrado, CORIO Daniela, CACACE Federica e CORIO Cristina sulla scorta del fatto che gli stessi avrebbero, con la loro gestione, durata, si sottolinea, solo qualche mese, dissanguato e smembrato la società Corio Antonino Il Detective S.r.l., laddove, invece, la stessa all’epoca dei fatti non aveva alcuna passività, a seguito anche e soprattutto della prestazione di garanzie personali per il ripianamento dei debiti societari e di un piano di rientro predisposto da coloro che oggi falsamente e temerariamente vengono additati come coloro che l’anno “distrutta”, e riportava i seguenti crediti nella sola città di Messina per un totale complessivo di Euro 2.489.504,78;”
- “ tali crediti non sono stati certamente saldati sino a far data dal 01.11.2007, ma stranamente nei bilanci del biennio 2007-2008 non risultano essere stati incassati ed oggi tali medesime somme vengono richieste ai soggetti di cui sopra, quando in realtà sono già state corrisposte dopo la data di cui sopra dai vari debitori, confluite nelle casse sociali e distratte dalle stesse;”
- “in data 24/11/2009, la sottoscritta riceveva raccomandata a/r, proveniente dalla Società Corio Antonino Il Detective S.r.l., la quale conteneva, oltre che documento di accompagnamento a firma del Signor Cav. Salvatore FORMISANO, attuale Presidente del C.d.a. e legale rappresentante della predetta società, numerosi verbali di assemblea sui quali notava l’apposizione di firme apocrife riferibili alla stessa scrivente, nonché delibere di assembleari delle quali non ebbe mai contezza, nonostante la personale partecipazione alle sedute; “
- “ invero, a seguito del rapporto fiduciario, che erroneamente in assoluta buona fede riteneva sussistere, negligentemente e superficialmente ha sottoscritto dei fogli in bianco ad uso e consumo dei soggetti che oggi, a vario titolo, avanzano delle pretese nei confronti dei Sig.ri GALIZIA Emanuele Corrado, CORIO Daniela, CACACE Federica e CORIO Cristina;”
– inoltre la sottoscritta, quale socio con una quota del 22,5% della predetta società, è stata diffidata da vari Istituti di Credito al fine di ripianare varie e notevolmente ingenti esposizioni debitorie riferibili, come periodo temporale, al biennio di “allegra gestione” della compagine sociale da parte dei medesimi soggetti che oggi presiedono, spadroneggiano e gestiscono la Società Corio Antonino Il Detective s.r.l. come una loro proprietà esclusiva;”
in pendenza e dopo la rottura del rapporto fiduciario che legava l’odierna sottoscrivente ai soggetti che oggi agiscono fraudolosamente in danno della predetta società, questa è stata sottoposta, suo malgrado, per recondidi ed occulti motivi a numerose persecuzioni, vessazioni, intimidazioni e pressioni, che la hanno addirittura condotta a sottoscrivere un documento contenente una clausola di recesso dalla compagine societaria recante una penale per una somma pari ad Euro::::::::::”
Era opportuno precisare, che comunque le denunce sporte dalla socia Corio Natala, avevano avuto il risultato di una richiesta da parte del P.M. del Tribunale Penale di Messina, come sopra detto, di rinvio a giudizio nei confronti del C.d.a. composto dal FORMISANO Salvatore, dalla socia Corio Antonina, e della stessa denunciante Corio Natala, per il periodo di sua gestione, prima che si dimetteva, tutti indagati per:
- CORIO Antonina, FORMISANO Salvatore e CORIO NATALA : ai sensi dell’art.110 C.P. e 2622 C.C., perché in concorso tra di loro, quali amministratori della società “Corio Antonino Il Detective s..r.l.”, con l’intenzione di ingannare i soci o il pubblico e al fine di consentire per se e per altri un ingiusto profitto esponendo nel bilancio sociale relativo all’anno 2007, depositato al registro delle imprese in data 13.11.2007, atti materiali non rispondendo al vero ed omettevano informazioni dovute circa la situazione patrimoniale e finanziari della società, in modo idoneo ad indurre in errore i destinatari e cagionando un danno patrimoniale alla società esponendo nella voce crediti vero altri, un importo complessivo di Euro 4.720,121 costituito tra l’altro da valori pari ad euro 2099,315, quali partite da definire anno 2006 ed Euro 479.476, quali partite da definire senza un adeguato fondo rischio, e che trattandosi di costi non documentati e/o in ammanco di attivo, costituivano una componente straordinaria negativa del conto.
Ancora:
- CORIO Antonina e FORMISANO Salvatore: ai sensi dell’art.110 C.P. e 2622 C.C., perché in concorso tra di loro, quali amministratori della società “Corio Antonino Il Detective s..r.l.”, con l’intenzione di ingannare i soci o il pubblico e al fine di consentire per se e per altri un ingiusto profitto esponendo nel bilancio sociale relativo all’anno 2008, depositato al registro delle imprese in data 07.08.2009, atti materiali non rispondendo al vero ed omettevano informazioni dovute circa la situazione patrimoniale e finanziaria della società, in modo idoneo ad indurre in errore i destinatari e cagionando un danno patrimoniale alla società esponendo nella voce crediti vero altri, un importo complessivo di Euro 4.720,121, costituito tra l’altro da valori pari ad euro 20099,315, quali partite da definire anno 2006 ed Euro 479.476 quali partite da definire senza un adeguato fondo rischio, e che, trattandosi di costi non documentati e/o in ammanco di attivo, costituivano una componente straordinaria negativa del conto.
Accertato in data 07.08.2009.
Per detto giudizio i sottoscritti Galizia Emanuele Corrado, Corio Daniela e la stessa Corio Natala nella doppia veste di indagata e parte offesa, come sopradetto, ricevevano notifica quale “parte offesa” unitamente alla società, avviso che veniva notificato al curatore Fallimentare Avvocato Filippo Di Stefano, ma il tutto sfumava in niente per il presunto vizio di forma della querela, senza che la società venisse tutelata come era suo dovere dal curatore fallimentare che non si costituiva in giudizio.
Magari, vi era stato detto vizio di forma, nella presentazione della querela da parte della signora Corio Natala, ma certamente ciò non voleva dire che i reati non erano stati commessi, dal momento, che un P.M. aveva richiesto l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio dei responsabili
La cosa assurda era che a seguito di questi falsi in bilancio ( che comunque a parte il vizio di forma evidentemente erano stati ravvisati dal Pubblico Ministero ) il signor Galizia e la signora Corio Daniela, comunque vittime di tale comportamento, dovevano continuare a subire pesanti sentenze dal Tribunale Civile di Messina, malgrado il tutto, evidentemente era stato originato” da delibere false e falsi in bilancio”ad iniziare dalla falsa rappresentazione di maggioranza dei promotori di tali azioni di responsabilità nei confronti degli scriventi, sino alla falsa rappresentazione dei fatti, così come testimoniato dallo stesso P.M. della Procura che ne richiedeva l’incriminazione del Formisano e del suo c.d.a.
Tra l’altro sulla signora Corio Natala, si voleva fare un breve cenno, per fare presente , e chiarire una volta per sempre, il motivo per il quale, non veniva ascoltata da nessuna autorità, malgrado la stessa lo abbia richiesto più volte, e al contrario stava subendo un vero e proprio linciaggio, per avere osato ribellarsi a questi personaggi, approfittando del fatto che la stessa, stava attraversando un brutto momento economico.
Naturalmente, era stata querelata per diffamazione, a seguito delle sue denunce nei confronti del Formisano Salvatore, Riso Lucrezia e dall’avvocato Antonino Lo Giudice, anche se in effetti non aveva commesso alcun reato di diffamazione, ma aveva detto solo la verità su tutto, assumendosi le proprie responsabilità, per essere stata indotta in errore, tanto ,come sopra detto da essere indagata insieme ai predetti per il falso in bilancio ed altro.
Certamente, non si poteva negare che sulla delibera “ falsa” del 10.12.2007, la signora Corio Natala, aveva detto il vero, per come si può facilmente accertare dagli atti e la mala gestio denunciata dalla stessa, del Formisano Salvatore e dei componenti il suo C.d.a., ivi compresa la stessa Corio Natala, era stata riscontrata dagli accertamenti in falso in bilancio dalla Procura medesima.
La stessa Corio Natala, da tempo stava cercando in tutti i modi, nei vari procedimenti civili intentati a carico del signor Galizia e della signora Corio Daniela, di intervenire a discapito dei predetti, ma era veramente assurdo e grottesco con quanta “abilità” veniva fatta fuori dalla difesa della controparte, senza che nessun magistrato si opponeva a tale situazione o che abbia almeno avuto la coscienza di ascoltare la predetta, senza che si ricorra a vizi di forma o altro, come si trattasse di fatti meramente civilistici, ma che tali non sono, in quanto la giusta rappresentazione di quanto accaduto, tra l’altro acclarata soprattutto dalle indagini della Guardia di Finanza su delega della stessa Procura Della Repubblica di Messina Dr. Antonino Nastasi, aveva delineato una vera e propria associazione per delinquere.
Eppure la stessa Corio Natala, aveva denunciato fatti di assoluta importanza, molto rilevanti, soprattutto a discolpa dell’operato nella gestione societaria dei signori Galizia Emanuele Corrado e Corio Daniela e degli altri componenti il suo C.d.a., ma evidentemente questo non interessava a nessuno, sarebbe stato come ammettere errori troppo grossolani, per cui forse veniva più comodo e conveniente sacrificare i predetti.
Premesso quanto sopra esposto, il signor Galizia Emanuele Corrado e la signora Corio Daniela, naturalmente sono stanchi e delusi, in quanto avevano confermato la loro fiducia all’Autorità Giudiziaria di Messina, dalla quale speravano di avere la tanta agoniata giustizia, senza bisogno di ricorrere ad altre Procure, ma purtroppo così non era stato, anche perché evidentemente dopo tutto il disastro avvenuto nei confronti della società,evidentemente diveniva pesante ammettere delle responsabilità, per essere stati indotti in errore dai citati personaggi.
Motivo per cui i signori Galizia Emanuele Corrado, stavano valutando, attraverso i propri legali, se per i fatti sopra esposti, vi sia stata una omissione di atti d’Ufficio a seguito delle innumerevoli denunce sporte in merito,e nel caso positivo certamente nessuno li avrebbe fermati, come sino ad oggi avevano fatto.
Certamente nel prendere visione dei fatti esposti con il caso Gioacchino Mattiolo, non si poteva escluderà che come lo stesso, anche il signor Galizia Emanuele Corrado e la signora Corio Daniela possano avere subito tali ingiustizie, dal momento in cui, avevano avuto a che fare con personaggi, tali che avevano avuto un ruolo importante nella distruzione della società in favore della K.S.M: della famiglia Basile di Palermo, ove sopraddetto oggi il Savasta Vincenzo, impunemente, riveste la carica di Dirigente e l’avvocato Antonino Lo Giudice quella di legale, unitamente alle guardie giurate di loro fiducia che sono poi transitate in detta società, alla faccia di tutti i colleghi che hanno perso il posto di lavoro.
GIUSEPPE CRISEO
PRESIDENTE
CASADEGLITALIANI