Vietato l’aumento dei prezzi in Bielorussia. Ecco la soluzione e l’esempio
Il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa statale Belta, in una riunione dei ministri del governo ha dichiarato oggi 6 ottobre di aver imposto un divieto di aumento dei prezzi al consumo in risposta all’inflazione “esorbitante” in tutta l’economia.
“Da oggi, qualsiasi aumento di prezzo è vietato.
Proibito!”. Il divieto “Inizia oggi – non da domani, ma da oggi, in modo che i prezzi non possano essere gonfiati nel corso della giornata odierna”.
(da Reuters)
La notizia arriva dall’ADUC, e dimostra che noi che ci vantiamo di essere democratici, seguendo gli americani, non troviamo soluzioni.
A parte la stranezza che non abbiamo scorte di gas che coprono il fabbisogno nazionale e poi lo esportiamo.
Giusto stare in Europa se ci sono forme di compensazione e collaborazione, ma come si vede i partner forti e importanti, Germania e Francia fanno a piacimento.
E i nostri governanti se ne escono così:
Firmato dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, il decreto per il risparmio energetico che prevede la riduzione di un’ora del periodo di accensione degli impianti e del periodo di funzionamento nella stagione invernale che viene accorciato di 15 giorni. Il provvedimento prevede alcune esenzioni.
Sono “misure volontarie di riduzione della domanda”
Tra il primo agosto 2022 e il 31 marzo 2023 con l’obiettivo di “ridurre i consumi nazionali di gas di almeno il 15% rispetto alla media calcolata negli stessi otto mesi negli ultimi cinque anni”.
Nel frattempo il carburante è aumentato di diversi centesimi, nonostante sia nelle cisterne e idem per il pellet nei magazzini, in attesa di speculare ancor di piu’.
L’esempio della Bielorussia?
La Bielorussia è una repubblica presidenziale, l’attuale presidente è Aljaksandr Lukašėnka, che governa il paese ininterrottamente dal 1994.
Il Governo dei “migliori” ha lasciato correre la speculazione, correndo appresso agli americani, che non solo non ci aiutano, ci mandano il loro gas inutilizzabile.
Il loro gas costa piu’ di quello russo e comporta l’utilizzo dei rigassificatori che per ora non abbiamo, se non in maniera contenuta.
la Bielorussia è rimasta abbastanza vicina alla Russia, che è di gran lunga il suo maggior partner sia per l’export che per l’import.
Lo scontro con la UE, avvenne con la scusa del suo sesto mandato.
il presidente Lukashenko, in particolare per la sua contestata rielezione per un sesto mandato, nell’agosto del 2020. In risposta a queste “interferenze negli affari interni di un Paese sovrano”, Lukashenko dichiarò che non avrebbe più contribuito alla lotta all’immigrazione clandestina, permettendo il transito verso ovest di migranti