Giorgio Almirante

Giorgio Almirante, ricordo dopo 34 anni dalla morte

. La destra italiana non dimentica» afferma Giorgia Meloni e come si potrebbe aggiungiamo noi nel nostro piccolo.

La sua intervista ad opera di Minoli, ricordata dal Secolo d’Italia:

https://youtu.be/g_IufZ4Lib4

e un altro video storico

https://youtu.be/ac6sVbPNjjw

Il suo profilo: Giorgio Almirante (Salsomaggiore Terme27 giugno 1914 – Roma22 maggio 1988)

Durante la RSI fu

capo di gabinetto al Ministero della cultura popolare, fu esponente di spicco della Prima Repubblica, mantenendo la carica di deputato dal 1948 alla sua morte.

Nell’immediato dopoguerra fu difatti tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano (wikipedia); famiglia di origine aristocratica molisana:

gli Almirante erano stati dal 1691 i duchi di Cerza Piccola (Cercepiccola).

 Il padre, Mario Almirante, attore e direttore di scena nella compagnia di Eleonora Duse 

E in quella di Ruggero Ruggeri e in Giorgio si sentiva la particolare predisposizione al pubblico.

Coltivò oltre agli studi a  Torino presso il Liceo Classico Vincenzo Gioberti,[3] la sua carriera come cronista presso il quotidiano fascista Il Tevere.

Nel 1937 Almirante si laureò in lettere con una tesi sulla fortuna di Dante Alighieri nel Settecento italiano con l’italianista Vittorio Rossi.

Uno dei suoi errori ( in linea col tempo), la difesa della RAZZA:

“«Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza.

Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. “

Almirante corrispondente di guerra

Mandato come ufficiale di complemento in Sardegna, ma chiese e ottenne una promozione come corrispondente di guerra

Partì per la Libia al seguito della Divisione 23 marzo delle Camicie Nere, e partecipò alla Campagna del Nordafrica

L‘adesione alla RSI

Aderì arruolandosi nella Guardia Nazionale Repubblicana con il grado di capomanipolo[8],

Dopo il 25 aprile del 1945 trovò rifugio presso un amico di famiglia ebreo, Emanuele Levi che poteva così sdebitarsi per il fatto di essere stato a sua volta salvato durante la guerra,

Proseguì a scrivere

 1946 Almirante partecipò alla fondazione dei Fasci di Azione Rivoluzionaria insieme con Pino Romualdi e Clemente Graziani. Cominciò inoltre a scrivere sul settimanale Rivolta Ideale.

La carriera politica

Il 15 giugno 1947divenne  segretario della giunta esecutiva, dal ’48 segretario nazionale

Elezioni di Roma

Alle lezioni il MSI ottenne un discreto successo con tre consiglieri comunali. Fu accusato di apologia del Fascismo e gli fu inflitta una condanna di 12 mesi di confino.

Almirante riuscì eletto in Parlamento fin dalla prima legislatura (1948) e fu sempre rieletto alla Camera dei deputati.

Il 10 ottobre 1948 nel corso di un nuovo comizio, nuovamente in piazza Colonna, si accesero violenti scontri questa volta con le forze dell’ordine.

Difesa di Trieste

Almirante scese in campo in difesa dell’italianità della città nel 1952 e poi lo scontro con Michelini

Nel 1954 con il suo gruppo, si schierò contro la scelta moderata e filoborghese che porterà Arturo Michelini alla segreteria del MSI.

Nel 1965 l’accordo con Michelini votando una mozione unitaria, e Michelini con l’appoggio degli almirantiani fu riconfermato segretario.

 il 29 giugno 1969 è ancora al vertice del partito e rientrarono i dissidenti del Centro Studi Ordine Nuovo guidati da Pino Rauti

Le sue idee e  la sua strategia:

«Il Msi non è totalitario, ma ritiene lo Stato diverso e superiore al partito, non è nostalgico, ma moderno, non è nazionalista, ma europeista, non è conservatore-reazionario, ma socialmente avanzato.»
L’elezione di Leone

Il 24 dicembre 1971 il MSI fu determinante per l’elezione a presidente della repubblica di Giovanni Leone, operazione che riportò il partito ad avere influenza all’interno del Parlamento.

Nel maggio 1972, grazie anche alla fusione con il Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica il MSI ottenne il suo massimo storico alle elezioni politiche (diventando MSI-Destra Nazionale), 8,7% alla Camera e 9,2% al Senato, eleggendo 56 deputati e 26 senatori

Nel 1973 la DC si mosse contro di lui vedendo la sua crescita:  richiesta d’autorizzazione a procedere contro Almirante a cui lui stesso si dichiarò favorevole.

Esito:

l fascicolo restò fermo per anni e verrà restituito a Milano solo il 18 dicembre 1988, 7 mesi dopo la morte di Almirante

Strage di Piazza della Loggia del 74 (zampino della DC e dei Servizi Segreti secondo Almirante)

«Ci sono dei violenti anche tra noi? C’è, lo debbo ammettere, in tanti giovani che ci sono vicini o che sono con noi, uno stato di insoddisfazione, di ribellione contro i miei ordini e le mie direttive»
(Giorgio Almirante sul Secolo d’Italia 31 gennaio 1975[48])

. Nel 1977 dovette affrontare la crisi e la scissione di Democrazia Nazionale.

L‘incontro con Craxi.

Sembra che Craxi non fosse d’accordo con quanti volevano la sua esclusione dall’Arco Costituzionale

Craxi lo accolse in forma ufficiale nel suo giro di consultazioni per la formazione del nuovo governo

Nel giugno del 1984 Almirante sorprese l’intero mondo politico italiano recandosi insieme con Pino Romualdi

Andarono  a rendere omaggio alla camera ardente di Enrico Berlinguer.

Un uomo di altri tempi, con idee particolari che non rinnegò, ma comunque onesto e idealista, omaggiato dai suoi avversari:

Alla sua morte la salma fu visitata dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga e dal sindaco di Roma Nicola Signorello.

Essendo deceduto anche Pino Romualdi il giorno prima di Almirante, per i due leader missini si decise di svolgere esequie comuni a Roma, nella chiesa di Sant’Agnese in Agone.

Alle esequie parteciparono migliaia di persone, tra cui anche gli esponenti del Partito Comunista Italiano Nilde Iotti, all’epoca presidente della Camera, e Giancarlo Pajetta

fonte wikipedia

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