Teresa Bellanova è stata criticata dalle RSU di Almaviva per il suo ruolo all’interno della vertenza Almaviva ed è infine stata denunciata nel giugno 2017 per tentata estorsione in merito al tentativo di convincere i lavoratori a sottoscrivere l’accordo che prevedeva 1666 licenziamenti. La denuncia penale nei confronti di Bellanova rimane depositata ma a settembre 2019 non risultano ulteriori avanzamenti nel procedimento, questo è quanto viene riportato su wikipedia nei suoi confronti.
E altre fonti ad es.adnkronos ribadiscono eguali dubbi
pende ancora una denuncia penale per “delitto di estorsione ai sensi dell’art. 629 del codice penale, perlomeno nella forma tentata”, formulata nel 2017 dallo studio legale Panici-Guglielmi in rappresentanza di 150 lavoratori di Almaviva Roma licenziati al termine di una drammatica trattativa al Mise.
La questione del vestito è nulla in confronto ai titoli che sarebbe opportuno e logico avesse un ministro ed ancora piu’ importante la partita aperta sull’episodio di quando era sindacalista della Cgil: la sua firma su un accordo con Almaviva (colosso della comunicazione con 45.000 persone assunte).
L’accordo prevedeva un taglio del 17% del salario e il blocco degli scatti d’anzianita’, oltre al controllo a distanza dei dipendenti.
Un accordo a cui si erano opposti gli altri rappresentanti della RSU e da cui era partita la denuncia penale.
Siamo garantisti fino alla fine del procedimento ma fare un governo di cambiamento con una renziana su cui pende una grana del genere, e su cui Mattarella ha fatto finta di nulla per non alterare equilibri intsrni al Pd, non lascia certo trasparire buone prospettive.
Noi non stravediamo per nessuno dei governi precedenti, ma l’attuale è il meno convincente e legato alle vecchie e mai superate logiche spartitorie della Prima Repubblica, visto che prosegue la politica dei “due forni” di andreottiana memoria da parte di Di Maio (querelato dal Pd per le dichiarazioni su Bibbiano).
La memoria non è nulla per chi mira alla poltrona, “il movimento è uno strumento per cambiare le cose” dice nel suo sito, pura demagogia che dovrebbe fare riflettere su di lui e su chi ha fatto e pensava di rifare accordi con lui
Giuseppe Criseo