Ncc. Lettera aperta ai noleggiatori

Condivido pienamente e ripubblico.
LETTERA APERTA AI NOLEGGIATORI CON RIMESSA CHE VORREBBERO LAVORARE IN MODO STABILE, FUORI DELLA PROVINCIA DI COMPETENZA E AGLI “INFLUENCER” E OPINIONISTI EVENTUALMENTE “CARINAMENTE” DISINFORMATI.

Gentili noleggiatori e gentili “tifosi” influencer ed opinionisti, da qualche giorno è entrata definitivamente in vigore una modifica alla normativa sul TPL non di linea (taxi ed ncc) che già esiste dal 1992. Oggi si applicano anche alcune specifiche che migliorano la comprensione per chi da anni ne voleva dare per interessi personali, una diversa versione da quella originale.
Ora molti di voi ncc, a cui era stato garantito dagli affabulatori che tutto era regolare e che ormai esiste l’Europa con la libertà di stabilimento, che le innovazioni tecniche permettono quello che prima non si poteva, si trovano in mezzo ai “guai”, o meglio devono fare impresa nel loro sito autorizzato.
Il permesso autorizzativo per ncc che vi hanno consigliato di prendere dal piccolo paesello o che addirittura vi hanno venduto, può esercire solo nella provincia dove risiede il comune che via ha rilasciato il titolo.
L’Europa, cari ncc “diversamente abilitati” e cari “influencer” e opinionisti eventualmente “carinamente” disinformati, dovete sapere e prendere atto, che l’Europa non ha mai liberalizzato il servizio taxi ed ncc (vedere direttiva europea Bolkestein del novembre 2006) lasciandoli assolutamente nelle regole dei singoli stati che in Italia significa: servizio pubblico territorializzato, contingentato e non a libera concorrenza.
Nessuno è contrario alle innovazioni (le app per chiamare un taxi), solo che queste devono rispettare le leggi esistenti proprio per poter dare all’utenza ed al cittadino, un servizio garantito e controllato in ogni sua parte.
Cari “influencer” e opinionisti per essere ora credibili, avreste dovuto spendere prima qualcosa della vostra immagine a favore della prima ed unica app pubblica al mondo per chiamare un taxi che è stata realizzata a Roma già nel 2012, lo 060609.
Certo un app pubblica che non è di proprietà delle multinazionali, che hanno miliardi da investire per conquistare il mercato, magari senza rispettare le regole ed il fisco, potrebbe non essere economicamente molto appetibile e remunerativa da sponsorizzare, ma sicuramente è a totale favore delle regole e dell’utenza.
Ora chi piange sul “latte versato” e magari ha speso dei soldi nella pia certezza che quello che dicevano gli affabulatori fosse il “verbo” assoluto, non possono certamente prendersela con chi applica semplicemente le leggi, il diritto e le regole strutturali affinché sia possibile un servizio pubblico. Dovrebbero “tirare la barba” a chi gli garantiva che tutto era a posto, che era l’Europa che lo voleva, che vi era libertà di concorrenza. Tutto falso, come sbagliata è la linea dell’Antitrust, dell’Art (autorità regolatoria dei trasporti voluta da Monti) e di chi “vendeva” per posti di lavoro quello che era semplice abusivismo.
Cari ncc “diversamente abilitati”, prendetevela anche con i Partiti e con tutti quei politici che per motivi squisitamente elettorali vi hanno supportato in un’illusione, che per essere realizzata avrebbe dovuto destabilizzare ogni legge ed ogni regola che permette ad un paese civile, di fornire un servizio pubblico non a libera concorrenza a tutela dell’utenza e degli operatori.
Cari “influencer” e opinionisti eventualmente “carinamente” disinformati, la vostra immagine ne guadagnerebbe molto se ogni volta che aprite pubblicamente la bocca, “accendiate” prima la “lampada” della conoscenza. Essere un personaggio, magari creato dai media, non rende automaticamente conoscitori di tutte le verità assolute.
Essere un attore che normalmente è conosciuto perche interpreta il ruolo di un commissario di polizia, non significa automaticamente essere un esperto in sicurezza. Ogni realtà ha bisogno di studio e di conoscenza profonda altrimenti diviene facile sparlare di ogni cosa approfittando della propria immagine pubblica.
L’Italia non ha bisogno di “sparlatori”, ma di chi ha il “coraggio” e la costanza, di conoscere e applicare le regole e le leggi che sono a favore di tutti e che da tutti dovrebbero essere rispettate altrimenti si favorisce il più forte che non è mai il singolo lavoratore.

Maurizio Berruti

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