Burocrazia al top, è quella che blocca tutto: intervenire oggi non domani
Burocrazia al top, se ne parla solo ma non si interviene, e qualcuno dovrà prima o poi spiegare al Paese perchè siamo ridotti così, dipendenti da tutto e tutti.
Il caso del fotovoltaico
Di cosa parliamo?
E’ il rapporto “Le Regioni e il Permitting” di R.E.gions2030, l’iniziativa promossa da Public Affairs Advisors ed Elemens, con la media partnership di Quotidiano Energia
Lo scopo è per monitorare lo sviluppo delle Fer sul territorio.
Tutti parlano a partire da Draghi di cambio di passo negli iter autorizzativi per le rinnovabili che restano “l’unica strategia fondamentale nel lungo periodo”.
Per ora nulla.
Iter aperti molti, ma pochi attivi
I numeri del report: l’80% dei progetti autorizzati non può essere costruito per vetustà del progetto tanto per citare uno dei motivi principali.
Ci vuole cos’ tanto tempo a presentare un progetto e farlo approvare che alla fine è vecchio e non va bene.
Il 15% delle iniziative che incassano il via libera incontra difficoltà post-permitting (ricorsi, dinieghi di proroghe, revoche di AU). “
La bassa partecipazione alle aste del Gse non può dunque stupire”, si commenta nel documento.
I colpevoli chi sono?
Le Regioni che hanno dato 46 pareri negativi su 47 pareri forniti, per il Mic 41 pareri negativi su 47
e variabili in campo: capacità installata, il livello di ambizione, la performance, e infine il “business environment”
La regione peggiore?
La Puglia, conclude il rapporto, si conferma al momento “come un ambiente di lavoro molto complesso per i player del mondo delle rinnovabili”.
Il Governo deve intervenire al piu’ presto, l’ITALIA sta crollando ( vedi aumento inflazione) per i costi dell’energia e qui proliferano “paroloni”, termini inglesi, burocrazia, clientelismo politico, ecc.