Sicilia, conti in rosso, e non da ora, vediamo lo ” specchietto “sotto
L’immagine denota i numeri negativi per tutta l’Italia, Sicilia compresa fino al 2020.
Si dirà che poi i conti erano negativi per il coronavirus, ed e’ vero, ma anche prima non c’erano rose e fiori..
Veniamo all’anno scorso: il prodotto regionale è aumentato del 5,8% rispetto al 2021, dati della banca d’Italia.
Il settore che ha tirato di piu’ e’ il turismo che ha registrato +55% di presenze, nei primi otto mesi dell’anno.
Altri dati sempre secondo la Banca d’Italia:
Nel 2021 il prodotto regionale sarebbe aumentato del 5,7 per cento, con una crescita meno intensa rispetto a quella del Paese.
Nel complesso la ripresa non avrebbe ancora consentito di recuperare la perdita di attività connessa con la pandemia:
il livello del prodotto stimato per il 2021 risulterebbe infatti di circa tre punti percentuali inferiore rispetto al 2019.
Le attività sono in crescita?
“l’attività ha risentito dell’incremento dei prezzi energetici e delle difficoltà di approvvigionamento degli input produttivi;
queste difficoltà, che si sono riflesse prevalentemente nell’aumento dei prezzi di vendita e nella compressione dei margini di profitto, si sono acuite dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina
C’e’ stato un rallentamento dei depositi nelle banche e “un incremento del rischio di credito”.
Come invertire la rotta?
“la spesa per investimenti potrà intensificarsi grazie alle risorse messe a disposizione nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”
Le spese degli enti locali, nonostante i trasferimenti dello Stato durante il Covid, sono salite.
Cosa appare nell’analisi finale di Banca d’Italia?
Permangono le criticità negli equilibri di bilancio, che risentono, oltre che della limitata base imponibile, anche della bassa capacità di riscossione delle Amministrazioni siciliane.
Abbiamo citato la lunga analisi della Banca d’Italia a dimostrazione che la ripresa potrebbe esserci ma ci sono tante criticità evidenti:
nel complesso del 2022 la crescita dei consumi delle famiglie risulterebbe più bassa rispetto all’anno precedente risentendo del peggioramento del clima di fiducia e dell’aumento dei prezzi.
Le persone non lavorano, e quando lavorano spesso sono costrette ad accettare di lavorare in “nero”, oppure sopravvivono col Reddito di Cittadinanza.
RdC che in certi casi e’ fondamentale, soprattutto per anziani e disabili, in altri non favorisce il lavoro vero e proprio e sarà sempre piu’ tagliato.
Le condizioni economiche sono a rischio anche in Sicilia, se non diminuiscono i costi del carburante che spingono in su l’inflazione e fanno alzare i prezzi.
Aggiungiamo il peso dell’economia mafiosa che “droga ” il mercato onesto e mette in difficoltà le attività sane e la dipendenza da loro squilibra il mercato
I datori di lavoro (Conflavoro)cosa dicono?
L’agenzia europea ha posizionato la Sicilia anche alla quinta posizione tra le regioni europee per percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che sono disoccupati, e alla seconda posizione italiana per percentuale di popolazione disoccupata tra i 15 e i 74 anni.
Anche per quanto riguarda l’occupazione femminile, la situazione è tra le peggiori.
Il 40% dei giovani e’ disoccupato.
In questo quadro con luci ed ombre, arrivano gli aumenti incredibili seppure legali, nel senso che sono previsti da una legge.
Aumenti che sono stati votati da tutti i partiti, perche’ così si evitano prese di posizione contro qualcuno, tutti d’accordo nel prendere.
I politici locali potrebbero avere un po’ di vergogna e invece di far finta e dimenticarsi della legge, avrebbero potuto cambiarla.
E poi ci si lamenta della disaffezione dell’elettorato: CHI PUO’ DECIDE E METTE IN TASCA,
Questo e’ quanto accade in Sicilia e non solo lì a dir la verità. Indennità scandalose.
GIUSEPPE CRISEO
Presidente di CASADEGLITALIANI.