Barbara Balzerani è stata chiamata a presentare il suo libro a Milano
Fu dirigente[1] della colonna romana delle Brigate Rosse, cui aderì nel 1975, e prese parte a numerosi omicidi, compreso quello di Girolamo Minervini e alla Strage di via Fani.[2] Durante il sequestro di Aldo Moro occupò assieme a Moretti, al quale era all’epoca legata sentimentalmente, la principale base operativa[3]brigatista di Via Gradoli 96 a Roma.
“Con una mancanza di rispetto che rasenta il sadismo, si insiste pervicacemente a concedere a brigatisti senza scrupoli, senza pentimento, e senza vergogna, un microfono per esaltare le proprie figure di cittadini ‘modello’, le proprie doti artistiche e letterarie, i propri volti scolpiti nella crudeltà, nell’indifferenza e nel più fermo spirito sovversivo. E’ indecente ed incredibile che, puntualmente, dobbiamo intervenire contro queste iniziative che, ovviamente, sono più vergognose della faccia tosta che ci vuole per andare in giro pensando di poter avere qualcosa di buono da raccontare o, non voglia il cielo, da insegnare! Come è possibile riuscire a passare con tale indifferenza sulla dignità di Vittime e Familiari di certi crimini abominevoli? Non finiremo mai di chiedercelo, perché la verità è che non c’è risposta che lo giustifichi. Ma davvero… chiunque abbia subito un torto, un’ingiustizia, una violenza, potrebbe sopportare di vedere il proprio aguzzino su un pulpito, oltre tutto in uno spazio comunale? Davvero si condivide tutto quanto fa da sfondo a un personaggio come una feroce brigatista, o più semplicemente si vuole sfruttare l’effetto di una pessima pubblicità che è meglio di niente?”.
Duro commento di Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere) alla notizia che la br Barbara Balzerani è stata chiamata a presentare il suo libro a Milano, in una sala pubblica di Bruzzano, nell’ambito di un ciclo di incontri letterari.
“Di recente – conclude Schio – la Balzerani, che ha messo via le armi per imbracciare la penna, sputando in faccia alle Vittime ha pensato bene di commentare che per loro essere tali è diventato un mestiere, e pur se non gli si può negare il diritto di dire la loro (!), non sono i soli ad averlo. ‘Mica la storia la puoi fare solo te’, ha detto la letterata… Dimenticandosi che, sfortunatamente, la storia lei e i suoi colleghi terroristi l’hanno già fatta distruggendo troppe vite. Ora sarebbe il caso di smetterla. Sarebbe il caso, anche, che si vergognasse chi prima gli dava le pistole, e oggi gli da i microfoni”.