“Ieri è stata approvata la nota di aggiornamento al Def con le intenzioni di spesa di un Governo che, ancora una volta, mostra di non di impegnarsi attivamente per il personale in divisa, nonostante la vergognosa situazione in cui migliaia di donne e uomini che servono lo Stato si trovano: con due anni di arretrato nel pagamento degli straordinari obbligatori per migliaia e migliaia di ore, senza un degno contratto di lavoro, senza un adeguato riordino, senza una previdenza complementare. Ancora nessuna notizia a proposito del reperimento dei soldi che servono per interventi non più procrastinabili, e che con la nuova manovra devono necessariamente essere messi in campo per garantire almeno il rispetto della dignità personale e professionale degli operatori, e scongiurare gli effetti del sentimento di pesante e profonda delusione che ormai regna sovrano fra i lavoratori delle Forze di Polizia”.
Lo afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, all’indomani dell’approvazione della nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza.
“Si è parlato – aggiunge Mazzetti – delle risorse per evitare l’aumento dell’Iva, per il taglio del cuneo fiscale, e per le spese indifferibili, in particolare gli aumenti di spesa per quota 100 reddito di cittadinanza (dispensato fra l’altro a terroristi che hanno combattuto lo Stato, assassini condannati che ancora non hanno espiato le proprie condanne), ma non una parola è stata dedicata alla necessità di rimettere in piedi un Comparto il cui personale è il peggio trattato d’Europa. Proprio stamane il presidente Conte, da Genova, ha esaltato l’approvazione di misure per ‘un’Italia più verde, più sicura, più digitalizzata, più attenta a persone vulnerabili e fragili, siano persone emarginate dal lavoro, famiglie numerose, lavoratori che non hanno avuto aumenti da tanti anni’. Al solito è come dire tutto e niente. Noi ci aspettiamo impegni concreti, fatti, e numeri. Vogliamo sapere, senza se e senza ma, quanti soldi saranno destinati, tanto per cominciare, al rinnovo di un contratto ormai scaduto da un anno e che già all’epoca dell’ultimo rinnovo, che giungeva dopo una decade di illegittimo blocco, con gli aumenti che furono previsti rappresentava un’offesa per donne e uomini che rischiano la vita ogni giorno per gli altri, per le Istituzioni, per lo Stato”.