Nelle ultime settimane la cronaca ci ha parlato di una cattiva politica, diffusa nella nostra Nazione a tutti i livelli, dai più alti ai più modesti dove piccoli imbrogli si consumano all’ombra dei campanili. La nostra provincia e la nostra città di Saronno non sono sfuggite a quest’ombra: personaggi noti ne sono stati lambiti e più che lambiti. Naturalmente ci auguriamo che – dentro e fuori Saronno – tutti siano innocenti, tutti riescano a provare la loro estraneità ai fatti, a tutti sia restituita l’onorabilità, quando essa ci sia. Ma a meno di voler essere ciechi è evidente che molta morchia accompagna i meccanismi della politica. È del resto una vecchia storia, che si ripresenta ciclicamente, scandita non certo dalle crisi di coscienza dei responsabili ma dal ritmo delle indagini giudiziarie. E ci si augura che la giustizia sia capace anche di giudicare anche se stessa, come dovrebbe avvenire in questi nostri giorni in cui il caldo improvviso appanna e la gente appare più rassegnata che indignata.
Lasciamo però stare i discorsi storici, che ci riporterebbero almeno alle soglie dell’Unità d’Italia, e cerchiamo di circoscrivere la questione all’oggi. Scopriremo facilmente che la nostra politica è malata di cinismo. Uso questo termine per indicare un programmatico disprezzo per le regole morali, il rispetto umano, il tatto, il buon gusto. Dico “programmatico” poiché sembra che, come per un patto non scritto, come per una convenzione tacitamente assodata, chiunque penetri, poco o tanto, nel recinto belluino del potere, abbia il diritto di indossare i panni del politico spregiudicato e di agire di conseguenza. Tutto questo cosa produce? Una varietà di comportamenti variamente inquinanti quali corruzione/concussione, dazioni illecite in danaro o in favori, ingiusti vantaggi professionali, turbativa di gare pubbliche per favorire questo o quel compagno di cordata. Accanto a simili comportamenti, che configurano veri e propri reati, ve ne sono altri che reati non sono, ma che contribuiscono altrettanto a intorbidare le acque del costume sociale. Parlo degli incarichi affidati/ricevuti senza merito né competenza, della supina acquiescenza al proprio politico di riferimento, della disponibilità a cambiare opinione come tira il vento, delle promesse che non sono debito, della doppiezza assunta a metodo operativo. Sono insomma due i livelli ai quali la politica può corrompere. Ma se si guarda la questione più a fondo, bisogna convenire che sono strettamente connessi, perché hanno la comune radice in quello che ho definito “cinismo” intendendolo non come un tratto originario del carattere, ma come un abito di comportamento al quale ci si conforma per effetto ambientale.
È indubbio che i partiti, disciolto nella società liquida lo slancio ideale che avevano nel ‘900, sono oggi soprattutto dei meccanismi intesi alla conquista e al mantenimento del potere. Ed è nel contesto del sistema-partito, di conseguenza, che più facilmente si sviluppano i disvalori cui ho accennato sopra.
Può essere dunque che una compagine più snella, dove le relazioni umane sono più franche e immediate, dove non esistono correnti, capicorrente, portaborse, dove ognuno abbia una attività lavorativa indipendente dalla politica, possa fare di meglio di quanto non facciano i partiti politici tradizionali. Certo, non dappertutto, non in una grande città.
Ma per esempio a Saronno, dopo le prossime elezioni comunali.
Alfonso Indelicato – consigliere comunale eletto a Saronno eletto a Saronno