Un episodio certamente non unico, l’utilizzo dell’auto comunale, per uso privato.
In questi casi si parla di peculato d’uso (art. 314 c. 2 c.p.) e rappresenta un’ipotesi di reato come nel caso di indebito utilizzo del telefono d’ufficio.
Si tratta di «distogliere temporaneamente la cosa dalla sua originaria destinazione, per piegarla a scopi personali»,così viene descritto dai giuristi.
Un malcostume abbastanza frequente in Italia ma anzi per questo ancor più grave, c’è chi usa l’auto blu per portare i bambini a scuola o far accompagnare la moglie dal parrucchiere.
Se poi l’uso non è temporaneo ma continuo, scatta il peculato per appropriazione, per il pubblico ufficiale che usa l’auto di servizio in maniera costante e reiterata.
Casi che si ripetono in tutta Italia e nelle amministrazioni pubbliche ma che fanno ancora più rabbia quando si tratta di auto blu che sembravano sparite e invece ci sono documentati dalla Notiziagiornale.it
Le province che non dovrebbero esistere o quasi dopo la riforma di Graziano Delrio contano 1.200 vetture di servizio con dati inspiegabili: ”
Mantova dispone di una sola autovettura, ci si chiede perché a Cuneo ne siano necessarie 88 e a Pisa 47. E, ancora, ci si chiede perché la Provincia di Salerno (1,1 milioni di abitanti) possa accontentarsi di 8 automobili, mentre quella di Isernia (84mila abitanti) ne debba avere 10. “
E poi ci si lamenta che i bilanci siano in rosso e debba intervenire lo Stato!
Regioni: Abruzzo 4 mentre la Giunta 88.
Andando nel sito ufficiale di Formez.it si scopre che, visto che tanti dati non sono stati comunicati ( alla faccia della trasparenza) il 95% degli organi centrali dello Stato ha risposto, per i comuni ci si è fermati all’84%; per le unioni di comuni al 63%, si è deciso di fare una proroga invece di sanzionare gli inadempienti:
Sono oltre 10.000 le amministrazioni, inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, chiamate a comunicare entro il primo marzo – non più il 22 febbraio- i dati delle autovetture di servizio a qualunque titolo utilizzate alla data del 31 dicembre 2018.
E la ciliegina finale con precisazione sempre da Formez:
Sono escluse dal censimento:
- Le autovetture indicate al comma 2 dell’art.1 del DPCM 24 settembre 2014 Non devono essere pertanto inserite:
- Auto in uso all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
- Auto in uso al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco
- Auto in uso per servizi istituzionali di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica
- Auto in uso per i servizi sociali e sanitari svolti per garantire i livelli di assistenza (es. auto mediche e/o sanitarie, trasporto diversamente abili…)
- Auto in uso per i servizi istituzionali svolti nell’area tecnico-operativa della difesa
- Auto in uso per i servizi di vigilanza e intervento sulla rete stradale di gestita da ANAS SpA
- Auto in uso per i servizi di vigilanza e intervento sulla rete stradale sulla rete delle strade provinciali
- Auto in uso per i servizi di vigilanza e intervento sulla rete stradale sulla rete delle strade comunali
- Auto in uso per i servizi istituzionali delle rappresentanze diplomatiche e degli uffici consolari svolti all’estero.
- I veicoli non immatricolati come autovettura (Automezzi ad uso promiscuo persone e cose, Scuolabus, Minibus, Ambulanze, Autocarri, Motocarri, Motocicli, Ape car, Quadricicli (Porter), Spazzaneve, Mezzi per pulizia strade, Auto storiche, ecc.).
Se presenti nel sistema veicoli erroneamente censiti negli anni precedenti questi devono essere eliminati.
In conclusione: nessuna pensa che chi abbia certi compiti e debba spostarsi, lavorando in un ente pubblico per lavoro, debba e possa usare un mezzo privato.
La trasparenza e la decenza a questo punto degli atti di chi lavora in certi ambiti dovrebbe essere tale da capire che quando si hanno in mano mezzi pubblici tali sono e tali devono restare e aggiungiamo che i mezzi devono essere commisurati all’effettiva necessità di lavoro non a mercimonio politico con numeri che salgono e scendono a seconda di input politici.
Giuseppe Criseo
Presidente