PENDOLARI. SI DARA’ IL RIMBORSO SOLO AI NOVANTENNI SE ACCOMPAGNATI DAI GENITORI

TRATTO DA VARESE PRESS

riceviamo e pubblichiamo

SI DARA’ IL RIMBORSO SOLO AI NOVANTENNI SE ACCOMPAGNATI DAI GENITORI
“Si fa credito ai novantenni solo se accompagnati dai genitori”. Tutti abbiamo visto questa ironica scritta che campeggia in molti negozi. Eppure, se Trenord avesse adottato questa semplice regola, probabilmente sarebbe stato più facile per i pendolari che usano solo il treno ottenere il rimborso gli abbonamenti STIBM.
Come noto, Regione Lombardia ha pilatescamente delegato a Trenord il compito di studiare ed applicare “forme di mitigazione” per i pendolari che, a causa dall’assurda regola che abolisce i biglietti “monomodali” nell’area milanese, saranno costretti a comprare i ben più cari abbonamenti integrati.
Pertanto, Trenord, invece di occupare i propri impiegati a trovare il sistema per far funzionare meglio i treni, ha pensato di utilizzarli per studiare, e successivamente applicare, delle regole assurde ed insuperabili, nello stile della più becera burocrazia statalista da fumetto di Asterix.
Infatti, “il rimborso può essere richiesto solo dai clienti abbonati annuali e mensili che acquisteranno a partire dall’abbonamento di ottobre almeno tre abbonamenti STIBM, esclusa la tariffa MI1-MI3, per minimo tre mesi consecutivi fino ad un massimo di nove su tessera IO VIAGGIO.

La richiesta di rimborso potrà essere inoltrata tramite una sezione dedicata sul sito di Trenord inserendo i propri dati personali, il certificato di residenza, la copia del documento di identità e della tessera sanitaria, l’autodichiarazione di non utilizzo dei mezzi TPL del bacino, la certificazione su carta intestata del datore di lavoro oppure l’autocertificazione dell’utente che attesti l’utilizzo dell’abbonamento solo treno e, infine, il proprio IBAN per l’accredito del rimborso”.
Alla faccia della semplificazione che il nuovo sistema dovrebbe consentire. Alzi la mano chi ha capito come funziona. Infine la beffa: “Il rimborso sarà erogato dopo verifica elettronica che gli abbonamenti annuali o mensili siano stati effettivamente utilizzati sulle sole tratte ferroviarie”.

Ma allora a cosa servono tutte queste certificazioni se poi viene fatta la
verifica? E se qualcuno dovesse per disgrazia, magari perché lasciato appiedato da Trenord, usare anche una sola volta l’autobus? E già, perché pochi sanno che Trenord dovrebbe garantire, da contratto, “che i viaggiatori possano utilizzare il vettore urbano senza aggravio di costi” in caso di soppressioni parziali o totali delle linee S. Cosa che, pur accadendo quotidianamente, non ci risulta sia mai avvenuta. Se a Milano devi cambiare stazione ti paghi il biglietto dell’autobus.


Non da ultimo, se è possibile verificare in modo così dettagliato l’utilizzo di un titolo di viaggio, qualcuno dovrebbe rispondere invece del perché non sia possibile riconoscere il bonus sui titoli integrati. Misteri della burocrazia.
SIcuramente, in sede di Conferenza TPL, che l’assessore Terzi si ostina a non voler convocare, si sarebbero trovate certamente soluzioni migliori e condivise.
In ogni caso, è opportuno ribadire che, per noi, l’unica vera “mitigazione” accettabile è che ad un aumento tariffario corrisponda un miglioramento verificato della qualità del servizio, come stabilito dalla L.R. 6/2012.
Milano, 28 settembre 2019

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