Governo in affanno colpisce taxi e ncc

Dimissioni Rixi, il Comitato Air: “Non sia l’ennesima scusa per bloccare il confronto con gli NCC”

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Dimissioni Rixi, il Comitato Air: “Non sia l’ennesima scusa per bloccare il confronto con gli NCC”

La portavoce Pavoletti “Non vogliamo strumentalizzare la vicenda giudiziaria ma il Governo deve darci le risposte che ha promesso e non aprire i rimpalli di responsabilità”

Roma, 30 maggio 2019 – “Vorremmo evitare che le dimissioni del viceministro Rixi siano l’ennesima scusa per interrompere il più volte promesso confronto con le nostre aziende al fine di intervenire con urgenza sulle norme assurdamente punitive contenute nel Decreto Semplificazioni.” così Claudia Pavoletti, portavoce del Comitato AIR che riunisce le aziende operanti nel settore NCC, lancia il proprio allarme su un possibile nuovo rinvio della trattativa col Governo.

“Il ministro Toninelli ha assunto un impegno formale con noi in più occasioni pubbliche – continua Pavoletti – e siamo a chiedere che non venga pretestuosamente disatteso. Toninelli ci ha garantito che avremmo avuto modo di sederci ad un tavolo di confronto per intervenire da subito su quelle sanzioni che, in aperta violazione della Carta Costituzionale e dei diritti dei cittadini ad esercitare i propri diritti di consumatori, cominciando da quello alla privacy, stanno mettendo in ginocchio centinaia di aziende Ncc.  Ci aspettiamo che quell’impegno sia onorato, alla presenza o meno del viceministro Rixi, che e è stato più volte indicato come referente per la materia. Il futuro di tante famiglie non può essere legato a questioni giudiziarie individuali”.

“Restiamo in attesa di una risposta celere ad un problema potenzialmente letale per l’intero comparto produttivo del trasporto con conducente e dei settori connessi. Non vogliamo essere vittime dell’ennesimo braccio di ferro fra Movimento 5 Stelle e Lega, che non devono far ricadere sulle piccole imprese, sui lavoratori e sulle loro famiglie i danni derivanti dalla mancata presa di posizione su una normativa iniqua e lacunosa” chiosa Pavoletti.

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